LIVORNO – Dopo lo scambio epistolare intercorso a cavallo dei mesi di Febbraio e Marzo tra AdSp e TIL (Terminal Investment Limited), a seguito della manifestazione di interesse con la quale la società terminalistica controllata da MSC (in questo caso, in cordata con Neri e Lorenzini) aveva più o meno ufficializzato i propri progetti intorno alla futura Darsena Europa, adesso anche il Gruppo Grimaldi ha mosso la propria pedina sullo scacchiere della nascente piattaforma portuale. Alla nostra redazione risulta infatti che l’Authority di Palazzo Rosciano e lo stesso attuale Commissario Luciano Guerrieri, in qualità di Commssario Straordinario anche dell’opera stessa, abbiano ricevuto proprio alla vigilia delle festività pasquali una mail via pec con mittente Terminal Darsena Toscana (TDT). La società, oggi di proprietà del gruppo armatoriale partenopeo, ha infatti formalizzato una proposta di progetto di riorganizzazione delle aree e banchine attualmente in concessione: una candidatura per realizzare e gestire la porzione sud del nascituro terminal, per metà della superficie totale.
Una missiva che risulta essere un’istanza a tutti gli effetti: tutt’altro che una semplice e non vincolante manifestazione d’interesse e neanche un project financing (formula che prevede un intervento dello Stato nel finanziamento a supporto). Il progetto messo nero su bianco da TDT, corredato da un’adeguata e completa documentazione tecnica, si svilupperebbe invece molto concretamente intorno a un investimento completamente privato che si aggirerebbe intorno ai 160-180 milioni di euro.
Una richiesta articolata sostanzialmente in tre punti principali. Il primo evidenzia il valore di un’iniziativa imprenditoriale finalizzata a garantire la continuità operativa della società anche all’interno del nuovo scenario portuale delineato dalla Darsena Europa ma soprattutto dettato dalla volontà di preservare e al contempo sviluppare un rilancio per il traffico contenitori che all’ombra dei Quattro Mori pare andare sempre più in sofferenza (anche a vantaggio di porti limitrofi e concorrenti come quello di La Spezia, dove attraccano già oggi portacointainer da 24mila TEUs). Le attuali limitazioni dettate dalla conformazione e dai fondali poco profondi della Darsena Toscana, in contrapposizione stridente con la tendenza sempre più marcata al cosiddetto ‘gigantismo’ navale, non consentono quasi al 45% delle portacontainer in circolazione di fare scalo a Livorno, una percentuale che addirittura sale al 56% se si prendono in considerazione le unità che risultano essere in costruzione nei cantieri. Una mossa quindi finalizzata, secondo la visione a medio-lungo termine della società, a garantire quindi un futuro a TDT nel settore della movimentazione container, compiendo un salto di qualità verso il deepwater e le navi megamax.
Il secondo punto riguarda quindi la modifica sostanziale di gran parte dell’attuale concessione demaniale: TDT propone infatti una riconfigurazione degli spazi, con la retrocessione di oltre 150mila metri quadri di aree e la relativa banchina, e la contemporanea traslazione verso un’area ancora maggiore e soprattutto corredata da 600 metri di banchina all’interno del nuovo Terminal Darsena Europa.
Un investimento ingente, che starebbe a testimoniare l’intenzione decisa e convinta del gruppo Grimaldi di continuare a investire a Livorno in maniera fattiva: per questo, nella richiesta inviata, si farebbe menzione anche di un’estensione almeno trentennale della durata della concessione attualmente in essere, motivandola con il piano industriale presentato e con i significativi investimenti previsti per l’adeguamento e lo sviluppo delle attività all’interno della nuova infrastruttura.
Nei piani sulla carta infatti, una volta incassato il via libera e consolidati i piazzali con il termine dell’intervento da parte dell’AdSp, la tempistica ipotizzata da TDT dovrebbe prevedere la conseguente e immediata apertura dei cantieri a partire dal 2027. Sia per la realizzazione dei primi piazzali e dei sottoservizi, sia per i già menzionati 600 metri di banchina a mare.
Il tutto, senza trascurare anche l’aspetto dell’investimento tanto parallelo quanto indispensabile nella componente strumentazione: l’acquisto e il posizionamento di gru e mezzi di piazzale fondamentali per farsi trovare pronti ad iniziare l’attività commerciale vera e propria nel 2030.
Una mossa che, qualora andasse ‘in porto’, riuscirebbe anche a risolvere e in qualche modo svuotare di senso (almeno per metà) il dibattito pubblico tra Enti e operatori che da tempo si dividono intorno all’opportunità o meno di riuscire a mettere a rendita i primi lotti disponibili (come sollecitato più volte dallo stesso Ministero delle Infrastrutture, per voce dal vice ministro Rixi) appena terminate le opere di consolidamento del terreno delle vasche di colmata: proprio il 26 Aprile sarà avviato anche il terzo lotto mentre a inizio Maggio scattano le opere a mare, secondo quanto annunciato di recente dal Commissario Guerrieri.
Fonte: Messaggero Marittimo